Articolo 750-1 CPC: Guida completa e pratica

da | 30 Giugno 2025

Articolo 750-1 del Codice di procedura civile: guida completa

L’articolo 750-1 del Codice di Procedura Civile è una norma fondamentale che regola i procedimenti giudiziari civili in Francia. Sebbene questa norma sia spesso ignorata dai contendenti, svolge un ruolo cruciale per il corretto svolgimento dei procedimenti legali. Per i professionisti del diritto, la padronanza di questa disposizione è essenziale come parte della loro formazione legale continua.

Che cos’è l’articolo 750-1 CPC?

L’articolo 750-1 del Codice di Procedura Civile stabilisce le norme che regolano la rappresentanza obbligatoria da parte di un avvocato davanti a determinati tribunali. Esso recita: “Salvo diversa disposizione, le parti si difendono da sole. Possono farsi assistere o rappresentare da un avvocato”. Questa disposizione fondamentale stabilisce le condizioni in cui le parti devono essere rappresentate da un avvocato per poter agire in giudizio.

Il testo stabilisce che la rappresentanza da parte di un avvocato è obbligatoria davanti al tribunale giudiziario (ex tribunale di grande istanza dalla riforma del 1° gennaio 2020), tranne nei casi espressamente previsti dalla legge. Questo obbligo, entrato in vigore con la riforma giudiziaria del 2020, è volto a garantire la qualità del procedimento e la parità di armi tra le parti.

L’articolo si applica anche ai procedimenti di appello, rafforzando così l’importanza di una rappresentanza professionale in secondo grado. Questo requisito fa parte della continua modernizzazione del sistema giudiziario francese.

Ambito e procedure interessate

L’articolo 750-1 CPC si applica principalmente ai procedimenti davanti ai tribunali giudiziari, che sono stati creati dalla fusione dei tribunaux de grande instance e dei tribunaux d’instance dopo la riforma del 2020. I procedimenti civili interessati comprendono le controversie patrimoniali superiori a 10.000 euro, le azioni di responsabilità civile e le controversie contrattuali di primo grado.

Esistono tuttavia alcune eccezioni all’obbligo di rappresentanza. Si può rinunciare a tale obbligo nei procedimenti sommari, nelle domande di provvedimenti provvisori, nei procedimenti su istanza di parte e nei procedimenti davanti al tribunale della famiglia in alcune materie specifiche. Anche i procedimenti dei tribunali industriali e le controversie in materia di previdenza sociale mantengono le loro regole speciali sulla rappresentanza.

Dalla riorganizzazione giudiziaria del 2020, il Tribunale giudiziario si occupa di tutte le cause civili, con l’obbligo di rappresentanza da parte di un avvocato per le controversie che superano le soglie stabilite dalla legge. Per le cause più piccole, le parti possono ancora difendersi da sole davanti ad alcune commissioni specializzate del tribunale giudiziario.

Obblighi delle parti e degli avvocati

L’articolo 750-1 CPC impone obblighi rigorosi sia alle parti che agli avvocati. Le parti sono tenute a nominare un avvocato entro 15 giorni dalla citazione nei procedimenti contenziosi o entro 4 mesi nei procedimenti non contenziosi, pena l’inammissibilità del ricorso. Questo termine può essere ridotto a 8 giorni in caso di procedimenti d’urgenza o sommari.

Gli avvocati, da parte loro, devono rispettare le regole etiche e procedurali. Devono rappresentare i loro clienti in modo efficace e rispettare le scadenze procedurali. Oggi, la formazione online per avvocati consente ai professionisti di mantenere le proprie competenze aggiornate e di tenersi al passo con gli sviluppi procedurali.

La costituzione di un avvocato deve essere formalizzata con un documento scritto, generalmente una procura o una procura speciale, che consenta all’avvocato di agire in nome e per conto del suo cliente. Se l’avvocato non viene nominato entro i termini, la questione può essere risolta con l’autorizzazione del giudice, ma solo se la domanda viene presentata prima della chiusura del procedimento ed è accompagnata da motivi legittimi che giustificano il ritardo.

Sanzioni in caso di non conformità

L’inosservanza dell’articolo 750-1 del CPC comporta significative sanzioni procedurali. L’inammissibilità è la sanzione principale, che impedisce alla parte non rappresentata di far valere i propri diritti davanti al giudice.

L’inammissibilità può essere sollevata dal tribunale d’ufficio o dalla parte avversa. Può verificarsi in qualsiasi fase del procedimento, anche in appello, se non sono soddisfatte le condizioni per la rappresentanza.

I termini per regolarizzare la situazione sono generalmente brevi e rigidi. Una volta trascorsi i termini, la regolarizzazione diventa impossibile e l’azione è definitivamente irricevibile.

Impatto sulla pratica legale moderna

L’applicazione dell’articolo 750-1 CPC si sta evolvendo con la modernizzazione del sistema giuridico francese. La dematerializzazione dei procedimenti sta cambiando il modo in cui vengono nominati gli avvocati e viene fornita la rappresentanza obbligatoria, in particolare con lo sviluppo della consulenza legale online e l’emergere del tribunale digitale.

Questa disposizione ha un impatto diretto sull’accesso alla giustizia, in quanto crea una barriera finanziaria per i contendenti che sono obbligati ad assumere un avvocato. Le statistiche dei tribunali mostrano un aumento del numero di cause archiviate per mancanza di rappresentanza, in particolare nelle cause civili complesse.

I recenti sviluppi della giurisprudenza tendono a un’interpretazione rigorosa dell’articolo 750-1 CPC, con la Corte di Cassazione che ribadisce regolarmente la natura di ordine pubblico di tale obbligo. I giudici applicano rigorosamente le sanzioni di inammissibilità, anche nei procedimenti dematerializzati dove le questioni di protezione dei dati personali, in particolare nel contesto del RGPD (Regolamento sulla protezione dei dati personali) per gli avvocati, rendono più complesso l’esercizio della rappresentanza.

L’articolo 750-1 del Codice di Procedura Civile rimane una pietra miliare del sistema giuridico francese. La sua applicazione nel moderno ambiente digitale solleva nuove sfide procedurali, pur mantenendo il suo obiettivo fondamentale: garantire la qualità della rappresentanza e la parità delle armi nei procedimenti civili.

Testo e base dell’articolo 750-1 CPC

L’articolo 750-1 del Codice di Procedura Civile recita:
“A pena di improcedibilità, che il tribunale può dichiarare d’ufficio, la domanda deve essere preceduta, a scelta delle parti, da un tentativo di conciliazione condotto da un conciliatore giudiziario, da un tentativo di mediazione o da un tentativo di procedura partecipativa, quando la domanda ha per oggetto il pagamento di una somma non superiore a un determinato importo o riguarda una controversia di vicinato”.

Questa disposizione si è evoluta in modo significativo da quando è stata introdotta dal Decreto n. 2019-1333 dell’11 dicembre 2019, entrato in vigore il 1° gennaio 2020. Fa seguito alla Legge n. 2016-1547 del 18 novembre 2016 sulla modernizzazione della giustizia nel XXI secolo, che aveva già rafforzato i metodi alternativi di risoluzione delle controversie.

DataSviluppi legislativi
18 novembre 2016Legge per modernizzare il sistema giudiziario nel 21° secolo
11 dicembre 2019Decreto n. 2019-1333 che introduce l’articolo 750-1 CPC
1° gennaio 2020Entrata in vigore dell’articolo

Con questa disposizione il legislatore persegue diversi obiettivi fondamentali:

  • Ridurre l’arretrato nei tribunali incoraggiando la risoluzione extragiudiziale delle piccole controversie.
  • Garantire la qualità dei procedimenti giudiziari riservando l’intervento del giudice alle situazioni in cui le parti non sono riuscite a raggiungere un accordo.
  • Garantire laparità di armi tra i contendenti inserendoli in un contesto di dialogo prima di qualsiasi procedura di contenzioso.
  • Promuovere un sistema giudiziario più pacifico e partecipativo, in cui le parti contribuiscono attivamente alla risoluzione della controversia.

Questa disposizione fa parte di una tendenza di fondo volta a trasformare la cultura giudiziaria francese, tradizionalmente litigiosa, verso un modello più collaborativo e meno conflittuale, preservando al contempo l’accesso ai tribunali come garanzia ultima dei diritti dei contendenti.

Domande frequenti

Questa sezione risponde alle domande più frequenti sull’articolo 750-1 del Codice di Procedura Civile e sulla sua applicazione pratica in ambito legale.

Che cos’è l’articolo 750-1 del Codice di Procedura Civile?

L’articolo 750-1 del Codice di Procedura Civile è una disposizione fondamentale che regola i procedimenti davanti ai tribunali civili. Stabilisce le regole procedurali applicabili e definisce gli obblighi delle parti nei procedimenti giudiziari. Questo articolo è un pilastro della procedura civile francese e deve essere scrupolosamente rispettato da tutti coloro che partecipano al processo.

Come si applica nella pratica l’articolo 750-1 del Codice di Procedura Civile?

L’applicazione dell’articolo 750-1 richiede una conoscenza approfondita dei termini, delle forme e delle condizioni che impone. Le modalità di notifica, i termini processuali e le formalità amministrative richieste devono essere rigorosamente rispettate. Bisogna prestare particolare attenzione alla redazione dei documenti e al rispetto dei termini procedurali per evitare invalidità o preclusioni.

Quali sono le migliori pratiche per conformarsi all’articolo 750-1?

Le migliori prassi prevedono la creazione di un sistema rigoroso di tracciamento dei casi, il controllo sistematico delle scadenze e la documentazione completa di ogni fase procedurale. È consigliabile utilizzare strumenti di gestione adeguati per automatizzare il monitoraggio delle scadenze e ridurre al minimo il rischio di errori. Anche la formazione continua dei team legali è essenziale per garantire la protezione dei dati dei clienti.

In che modo il software per avvocati può facilitare l’applicazione dell’articolo 750-1?

I software per avvocati specializzati possono automatizzare il calcolo delle scadenze, programmare promemoria automatici e centralizzare la gestione dei casi. Questi strumenti permettono di rispettare scrupolosamente i requisiti dell’articolo 750-1, riducendo il rischio di sviste e ottimizzando l’organizzazione dello studio. La dematerializzazione delle procedure facilita inoltre la tracciabilità e l’archiviazione dei documenti, nel rispetto delle norme sulla riservatezza.

Quali sono i rischi di non conformità all’articolo 750-1?

Il mancato rispetto dell’articolo 750-1 può comportare gravi sanzioni processuali, tra cui la nullità degli atti, la preclusione o l’inammissibilità delle domande. Queste conseguenze possono compromettere definitivamente le possibilità di successo di un procedimento legale. È quindi fondamentale avere piena padronanza dei requisiti di questo articolo per proteggere gli interessi dei clienti.

Esistono casi particolari in cui si applica l’articolo 750-1?

Alcune situazioni specifiche possono modificare l’applicazione dell’articolo 750-1, in particolare nel caso di procedimenti d’urgenza, procedimenti sommari o situazioni eccezionali. Anche i tribunali specializzati possono avere procedure di applicazione specifiche. È opportuno consultare la giurisprudenza recente e le circolari applicative per individuare questi casi particolari e adattare la prassi di conseguenza.